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Ode a Darwin

L’evoluzione è un concetto ampio e complesso, per questo spesso travisato. In 156 anni, il concetto stesso di questo meccanismo è stato rivisitato progressivamente con l’avanzare della tecnologia e della scienza.

Le parole in ‘The origin of species’ di Charles Darwin sono ancora un fondamento imponente nella scienza evoluzionistica, sebbene molto sia cambiato. L’enorme lavoro, che è stato alla base dalla vita dello scienziato, è la testimonianza della genialità di quest’uomo. L’aggettivo geniale, spesso viene giustamente attribuito a numerosi scienziati come Einstein, Fermi o Newton, per farne un esempio. Tuttavia la genialità di Charles Darwin stenta ad essere ammessa o riconosciuta, probabilmente perché la sua opera non si risolve in una formula matematica applicabile.

La storia della vita e l’evoluzione sono concetti astratti nell’immaginario comune. Come se fossero qualcosa di intangibile ed impercettibile, lenti a al punto che l’intera vita di un uomo non sarebbe sufficiente a notarne l’operato.

Oggigiorno ricostruire un albero evolutivo di un genere vivente, selezionare i caratteri che lo distinguono dagli altri e studiarne l’evoluzione attraverso i record fossili, ci sembra qualcosa di semplice, se non ovvio. Tuttavia, provate ad immedesimarvi in un giovane scienziato dell’800, dove il concetto di cambiamento nelle specie non era accettato dalla comunità scientifica, anzi, si credeva il contrario, e dove si pensava che la Terra avesse ancora poche migliaia di anni. Per Charles Darwin, portare a vanti le sue idee, non fu facile.

Il mondo scientifico, allora com

e oggi, non è un mondo semplice. La concorrenza è forte, talvolta sleale. Introdurre una novità non è facile e quando lo fai bisogna essere sicuri di quello che si asserisce, perché ti stai confrontando con menti geniali, spesso migliori di te, le quali sono in grado di demolire il tuo mastodontico lavoro grazie se solo fai un singolo errore o poni un dato fuori posto attraverso il dibattito e la confutazione.

Proprio per questo, oggi, è più che mai doveroso riconoscere alla figura di Charles Darwin non solo la qualità del genio, ma soprattutto il coraggio. Coraggio di essere andato controcorrente, di aver portato prove convincenti di un’idea contraria a quella comunemente accettata, nonostante le difficoltà affrontate.

Mentre scriveva e pubblicava, Darwin non fu solo. Il suo coraggio fu irrobustito, inoltre, dall’appoggio di molti suoi amici, colleghi e studiosi precedenti a lui. Thomas Henry Huxley (1825-1895) per primo, così convinto dell’idea di Darwin, che venne soprannominato ‘il mastino di Darwin’ per la sua lotta convinta al fissismo teologico, Charles Lyell (1797 - 1875) e James Hutton (1726 - 1797), geologi che contribuirono a portare l’innovativa teoria che la Terra fosse molto più antica di 6000 anni; Jean Baptiste de Lamarck (1744 - 1829), naturalista che per primo introdusse il concetto di adattamento degli organismi all’ambiente; Thomas Malthus (1766 – 1834) e Georges-Louis Leclerc de Buffon (1707 – 1788), matematici ed economisti, appassionati di biologia, i quali aiutarono Darwin a portare avanti i suoi lavori. Anche la figura di Alfred Russel Wallace (1823 – 1913) il quale, sebbene non aiutò Darwin, giunse alle sue stesse conclusioni nello stesso periodo, convincendolo della veridicità della sua innovazione. Infine Erasmus Darwin (1731 – 1802), nonno di Charles, il quale lo introdusse sin da piccolo all’approccio naturalistico e scientifico. Persino il contestatore più celebre ed accanito di Darwin, fu di aiuto per il compimento della sua opera principale. Le idee catastrofiste di Georges Cuvier (1769 - 1832), massimo esponente creazionista del suo tempo, furono utili a Darwin per tracciare mentalmente le linee dei probabili eventi che operano nella selezione naturale.

A 133 anni di distanza dalla sua morte, Darwin resta tuttora la grande figura di riferimento per ogni scienziato naturalista. Le sue parole sono ancora studiate e ricordate da coloro che han fatto della passione per le Scienze Naturali una professione. 133 anni dopo, la sua teoria dell’evoluzione si è evoluta essa stessa, integrata dalle nuove scoperte paleontologiche, molecolari e biologiche. Grandi uomini, come Stephen Jay Gould o Richard Dawkins, hanno raccolto l’eredità di Darwin ampliando e perfezionando il concetto stesso di evoluzione evidenziandone altre sfaccettature, come uno smeraldo lavorato da più glittici nel corso del tempo.



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