top of page

Elogio ai cefalopodi

Poche righe per condensare la vostra attenzione su un gruppo di organismi marini assolutamente affascinanti e, come direbbe qualcuno, in molti casi gastronomicamente interessanti: i Cefalopodi.

Si tratta di Molluschi, parenti dunque di lumache, chiocciole, nudibranchi, cozze e vongole per intenderci. Si presentano con forme e ornamentazioni splendide e affascinanti: basti pensare alla “seppia orchidea”, che cambia i colori a bande intermittenti come se fosse un’insegna al neon; il “calamaro pigiama”, che deve il suo nome al colore bianco con strisce nere; le numerose specie abissali di “calamari di vetro”, trasparenti e in grado di emettere luce propria azzurra o rossa; il “dumbo octopus”, chiamato così perché sembra un elefantino con le orecchie per via di due larghe appendici ai lati del corpo. I loro comportamenti, poi, sono entusiasmanti e lasciano sbalorditi i più: alcuni polpi sono in grado di aprire barattoli con coperchio a vite per raggiungere e gustare un granchio all’interno, altri possono buttare ciottoli tra le valve di una nacchera in modo che non riesca a chiudere le valve, al fine di penetrarvi e mangiare il mollusco; il “polpo mimo” indonesiano possiede la strabiliante capacità di imitare altri animali a seconda della situazione, così potrebbe capitarvi di veder questo trasformista nei panni di una sogliola, di una stella marina, di un serpente di mare, di un lion-fish o di una canocchia; recentemente è stato scoperto il comportamento di un’altra specie di polpo, che utilizza le noci di cocco rotte come riparo (fin qui nulla di strano) e che addirittura se le porta in giro muovendosi come se fosse su uno skate-board, standovi sopra e spingendosi con le braccia (e, al minimo pericolo, rifugiandovisi sotto); possono cambiare livree e aspetto a seconda dell’ambiente e dell’umore, possiedono la capacità di spruzzare il cosiddetto “inchiostro” scuro al fine di distrarre i predatori e nelle specie abissali, dove una nuvoletta scura servirebbe a ben poco, esso è verde e luminoso.

Vivono pressoché in ogni ambiente marino (e alcuni possono anche uscire dall’acqua per brevi periodi), dalla superficie, come molte specie che vivono al largo, agli abissi più reconditi, come il “calamaro vampiro infernale”, creatura rossa con tentacoli muniti di uncini, che vive a migliaia di metri di profondità; hanno dimensioni variabilissime, da pochi centimetri (come nel caso del famigerato polpo dagli anelli blu, il cui morso è mortale, tanto che andando in spiaggia in Australia può capitare di vedere cartelli con scritto “Attenzione, polpi dagli anelli blu” invece dei classici sugli squali) a svariati metri di lunghezza, come nel caso dell’enigmatico calamaro gigante, di cui non si sa ancora praticamente nulla (a parte che anche gli esemplari di questa specie muoiono, dato che non ne sono praticamente mai stati osservati vivi) e che in passato forse ispirò le leggende sul Kraken, mostro leggendario che attaccava le navi in mare aperto.

E, cosa spesso ignorata, molte specie hanno la conchiglia: il nautilo dell’Indo-Pacifico ne ha una spiralata, esterna, esteticamente accattivante; le seppie ne hanno una interna, il famoso “osso”, e una struttura analoga ma più sottile (gladio) è presente nei calamari, mentre i polpi ne sono completamente sprovvisti; diversa è quella dell’argonauta, non una vera e propria conchiglia, ma una teca che la femmina costruisce per trasportare e proteggere le uova. Madri premurose anche le femmine di altri cefalopodi, che curano e ossigenano le uova appese alla volta della tana, senza allontanarsi né nutrirsi, per poi morire dopo la schiusa. Insomma, il variopinto universo di nomi stravaganti che abbiamo assegnato loro, le leggende, le ricette, i libri evidenziano un meritato fascino che, in un modo o nell’altro, questi organismi esercitano sugli umani.


Featured Posts
Recent Posts
Follow Us
Non ci sono ancora tag.
Search By Tags
Archive
  • Facebook Basic Square
bottom of page