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ASCARIDI E MAMMIFERI, UNA GUERRA DI 240 MILIONI DI ANNI

  • scienziatinaturali
  • 28 nov 2014
  • Tempo di lettura: 4 min

Il parassitismo nel grande gruppo dei viventi è la più diffusa forma di simbiosi.

Sia animali che vegetali hanno sviluppato diverse forme di parassitismo, e spesso lo hanno fatto adattandosi ad un particolare tipo di ospite nel corso del tempo.

Attraverso lo studio dei coproliti, elementi fecali fossili, è possibile ricostruire, ritrovamento dopo ritrovamento, la lunga storia del rapporto che esiste tra parassiti ed ospiti di un particolare gruppo, oltre che restituire agli studiosi numerose testimonianze fossili di nuovi generi di parassiti.

Il ritrovamento di cisti e uova all’interno di coproliti non è cosa rara, alcuni esempi che riguardano la presenza di uova di nematode in residui fecali fossili si trovano in ritrovamenti appartenenti ad alcuni esponenti del gruppo Megatheriidae ed altri mammiferi; altri riportano invece tracce di micorrize, funghi simbionti, in coproliti di dinosauro.

Gli ascaridi, sono un gruppo di nematodi parassiti molto comuni al giorno d’oggi che infestano praticamente quasi tutti i gruppi animali, dai pesci all’uomo. Date le loro dimensioni, che possono superare i 35 cm di lunghezza (Dora-Laskey, 2009), sono stati tra i primi parassiti ad essere identificati e studiati.

Oggigiorno, il parassita dell’uomo Ascaris lumbricoides, è stato debellato nei paesi in cui le norme igieniche hanno permesso il contenimento della diffusione delle uova nell’ambiente.

Il ciclo vitale di questo nematode è abbastanza complesso, sebbene non necessiti di ospiti intermedi. Gli adulti risiedono nell’intestino tenue del soggetto umano. La femmina, di dimensioni maggiori rispetto al maschio, è in grado di deporre fino a 200 mila uova al giorno.

Queste vengono espulse mediante le feci ed hanno un tempo di maturazione che varia dai 15 ai 20 giorni a seconda delle condizioni climatiche. Queste uova sono molto resistenti e possono viaggiare nel vento, avendo le dimensioni di un granello di polvere, per diverso tempo. In un modo o nell’altro vengono poi ingerite da un ospite umano, ritornando nell’intestino. Ivi le uova maturano e si schiudono. I piccoli nematodi intraprendono un lungo viaggio apparentemente inutile attraverso la parete dell’intestino, fino agli alveoli polmonari passando per il sistema circolatorio. Una volta raggiunti gli alveoli queste larve maturano e procurano infezioni polmonari che culminano la loro espressione in spasmi di tosse. Questo movimento riporta i piccoli ascaridi fino alla laringe dove ripercorrono il percorso per tornare nuovamente, all’intestino tenue dove completeranno la maturazione e, in forma adulta, produrranno altre uova.

Questo lungo percorso intrapreso che ha inizio e fine nel medesimo posto è assolutamente inutile per A. lumbricoides, tuttavia è stato interpretato dagli studiosi come una sorta di retaggio genetico da parte di un lontano progenitore che, molto probabilmente, possedeva un ciclo decisamente più complicato.

L’infestazione da parte di questo nematode, se massiva, porta alla despoliazione dell’ospite, in quanto questi parassiti assimilano gran parte delle sostanze nutritive che l’animale ingerisce.

Come già accennato, il grado di diversificazione di questo gruppo di parassiti è alto in quanto infestano un elevato numero di organismi appartenenti ai gruppi di pesci, anfibi, rettili e mammiferi.

Questi ultimi ospitano esponenti del gruppo ben conosciuti da chiunque abbia un cane o un gatto: Toxocaridae, il quale parassita anche carnivori molto più grandi, come i leoni; mentre il genere Ascaris è parassita di uomini e suini ed altri mammiferi onnivori (Leles at al, 2012).

Questo conflitto tra mammiferi ed ascaridi ha radici molto profonde e molto antiche, proprio quando i mammiferi hanno fatto la loro comparsa, circa 240 milioni di anni fa.

Nel 2013, un team brasiliano ha pubblicato un articolo in cui si annuncia la scoperta di due nuove specie di Ascaride all’interno di coproliti fossili, una di queste è stata studiata e determinata, per l’altra lo studio è attualmente in corso (Da Silva, 2013).

Questi coproliti, in seguito a varie analisi e allo studio della fauna fossile rinvenuta nei pressi del sito, sono stati determinati come appartenenti ad un organismo del Ladinico (Triassico Medio) (Shultz and Langer, 2007) facente parte del gruppo dei Cinodonti.

I cinodonti sono un gruppo di therapsidi, apparsi circa 260 milioni di anni fa, verso la fine del periodo Permiano. Il gruppo più derivato, Eucynodontia comprende anche il gruppo dei mammiferi (Shultz and Langer, 2007).

Le analisi delle uova riportano una straordinaria somiglianza con quelle degli ascaridi moderni, sebbene intercorrano tra di essere più di 200 milioni di anni. Questo fatto è stato interpretato dal team scientifico come un segno che le strutture adottate da questi parassiti siano decisamente efficaci, tanto da non subire modificazioni, o quasi.

A sostenere il successo di questi organismi parassiti vi è il fatto della loro ampia diffusione a livello geografico e di gruppi ospiti che infetta.

Il fatto che queste uova siano state rinvenute in scarti di un gruppo di transizione tra rettili e mammiferi, testimonia quanto sia antica l’infezione da parte degli ascaridi nei mammiferi, appunto.

Infine, essendo i nematodi un gruppo di animali strutturalmente molto delicati, è difficile trovarne tracce fossili, per questo lo studio dei coproliti permette di progredire nella ricerca filogenetica di questo gruppo attraverso i ritrovamenti di uova.

Lo studio dei coproliti e le analisi su eventuali parassiti che ne derivano, hanno consentito e consentiranno in futuro di capire meglio come l’evoluzione abbia portato all’affinamento di questa scomoda (per noi ospiti) convivenza con questi organismi dei quali, il più delle volte, non ci rendiamo nemmeno conto.


Bibliografia:

Crompton D (1988) The prevalence of Ascariasis – Parasitology Today; vol 4, iss 6, pp 162-169.

Dora-Laskey A. (2009) Ascaris lumbricoides – (On-line) eMedicine - Medscape Reference.

Da Silva P. A., Borba V. H., Dutra J. M. F., Leles D., Da-Rosa A. A. S., Ferrerira L. F. and Araujo A. (2013) A new ascarid species in cynodont coprolite dated of 240 million years - Anais da Academia Brasileria de Ciencias; vol 86, iss 1.

Murray Pfaller - Medical microbiology.

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